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Anna Giurickovic Dato
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IL GRANDE ME

LA FIGLIA FEMMINA

annagdato

Madre, non sarò mai come te/ per questo pagherò Madre, non sarò mai come te/ per questo pagherò ogni giorno la mia offesa. 🤍
@violalomoro #poesia
Sono emozionata nel comunicarvi che “Il grande m Sono emozionata nel comunicarvi che “Il grande me” è nella sestina finalista del Premio Wondy 2021, un premio che ammiro molto, dedicato alla letteratura resiliente. Al mio fianco libri e autori di grande qualità, ai quali auguro buona fortuna e della cui compagnia non posso che sentirmi onorata. 
Grazie. 🙏❤️

@premiowondy 
@fazieditore
Rivedere il lockdown... Rivedere il lockdown...
Qui piove, ma per il resto... Ho visto due colomb Qui piove, ma per il resto... 
Ho visto due colombe zebrate scambiarsi alcuni baci appassionati e la terra è ferrosa e rossa rossa. Non uscirò più per quattordici giorni, queste sono le procedure mauritiane (qui, il virus, non è mai arrivato). Il mio racconto, quindi, è solo posticipato. 
#mauritius 🤍
Dell’autrice avevo già letto e apprezzato qualc Dell’autrice avevo già letto e apprezzato qualche anno fa “La figlia femmina”, ma con questo nuovo romanzo mi ha completamente conquistata.
I protagonisti sono tre fratelli che si ritrovano ad accudire il padre malato, un cancro al pancreas lo sta logorando giorno dopo giorno e ai figli non rimane altro che accompagnarlo verso la fine inevitabile. 
Carla è la figlia di mezzo e la vera narratrice degli eventi, con lei viviamo i momenti di dolore, le perplessità, la rabbia e cerchiamo di scoprire chi sia questo padre che nasconde un segreto da diversi anni.
Il romanzo, come ormai avrete capito, mi è piaciuto veramente tantissimo, l’ho trovato onesto, sincero, oltre che delicatissimo. Il tema trattato è uno di quelli che più fa paura, non solo banalmente la morte, ma la morte di un genitore, morte che procede inesorabile e che non possiamo fermare in alcun modo. 
Ci toglie il fiato, ci lascia destabilizzati e tutte le emozioni che Carla prova sono coerenti, certo troviamo dolore e rabbia, ma anche veri momenti di stanchezza, momenti in cui il desiderio predominante è mollare tutto e fuggire seguiti poi da un intenso senso di vergogna per ciò a cui si è pensato.
Il desiderio che il dolore finisca il prima possibile, ma contemporaneamente la speranza che non finisca mai. 
Sono pagine così vivide che ci lasciano disarmati, io non posso fare altro che consigliarvi di leggere questo libro (e di armarvi di fazzoletti🙈)
Vi ispira? L’avete letto?

@solo_un_altra_pagina #repost
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Manca, ogni giorno, da due anni, ma oggi di più. Manca, ogni giorno, da due anni, ma oggi di più. #papà 🎈🤍
L’amico @the_lonely_goatherd che mi fotografa ne L’amico @the_lonely_goatherd che mi fotografa nella residenza parigina, dopo un risotto alla zucca e prima del caffè. 🦄
Non è il mestiere dei figli essere padri. Anna G Non è il mestiere dei figli essere padri.

Anna Giurickovic Dato

Repost @libroterapia_roma with @make_repost
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“Che cosa è la morte per me? Un grado di più “Che cosa è la morte per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio.” [Edmondo Dantès ne “Il conte di Montecristo” di #Dumas]. È la seconda volta che vado a Marsiglia, la prima ci sono stata anche molto a lungo. Per una cosa o per l’altra (il maltempo, il Covid), però, non riesco a visitare il Castello d’if, la fortezza immersa nel mare marsigliese dove il conte di Montecristo resterà imprigionato per quattordici anni. Oltre alla reclusione “letteraria” del conte, Dumas racconta di un altro prigioniero, tale Visconte di Bragelonne (nell’omonimo romanzo), che noi tutti conosciamo anche come “La maschera di ferro”. Dumas scoprí della maschera di ferro da #Voltaire, il quale fu ossessionato da questo prigioniero con il volto coperto (seppe della sua esistenza dai carcerieri della Bastiglia, dove lui stesso fu incarcerato); dopo molte ricerche formulò un’ipotesi: i documenti coperti da segreto di Stato, il volto coperto da una maschera nera, doveva trattarsi del gemello o di un fratello illegittimo del Re Sole; la ragione della prigionia e del volto nascosto doveva essere quella di evitare contestazioni sul diritto al trono. Ci pensò, più tardi, #AlexandreDumas a romanzare questa storia. Vi sono, tuttavia, altre versioni: secondo alcuni la maschera di ferro sarebbe il Conte di Vermandois, figlio illegittimo di #LuigiXIV, secondo altri il padre naturale del re (il re LuigiXIII diventato impotente, avrebbe utilizzato un altro uomo X per far restare incinta la moglie ed evitare, così, l’estinzione del ramo reale). Secondo gli storici si tratterebbe del Conte italiano Ercole Antonio Mattioli (che aveva fatto il doppio gioco durante la vendita della propria fortezza al re di Francia... Ma perché il volto coperto?) Brulicano moltissime altre ipotesi. Fatto sta che ancora non riesco ad andare allo #châteaudif. Chissà se oggi - che alle maschere siamo avvezzi - la visione di un prigioniero mascherato avrebbe generato tanta, meravigliosa, letteratura.
Le Courbusier: nella prima fotografia l‘#unitedh Le Courbusier: nella prima fotografia l‘#unitedhabitation di Marsiglia, là dove l’architettura e l‘urbanistica si incontrano, là dove abitare non è più un gesto individuale, ma un movimento collettivo; Le Courbusier iniziò questa sua ricerca teorica dopo aver visitato il Monastero d‘Ema (la Certosa di Firenze) e osservato la vita dei monaci, perfettamente divisa tra vita privata (così privata da essere vissuta nelle celle) e collettiva (nel chiostro, nel refettorio, nella preghiera). La città diventa verticale, gli spazi comuni, gli esterni interni: dalle macerie e dai bombardamenti della guerra nasce la #CitéRadieuse. Nella seconda fotografia c’è la #maisondubrésil, sempre di #lecourbusier, ma a #Parigi, nella cittadella universitaria dove ogni residenza è casa, opera e nazione. Dal monaco, al senza tetto bombardato, allo studente. Nonostante la sua ricerca fosse quella di costruire un‘armonia perfetta tra la solitudine e la vita collettiva, è nel desiderio della prima, per l‘asfissia dalla seconda, che muovono le sue parole più belle. Come ogni artista Le Corbusier, tra il plauso, il rumore, l‘impegno, e tutto ciò che di mondano lo attorniava, cercava il silenzio.
„Il tempo fugge via con la velocità di un ciclone. A separare la sera dal mattino è un fuggitivo quarto d'ora: neanche il tempo di respirare. Gli impegni sono sfibranti, persino pericolosi! A volte squilla il campanello d'allarme, attraverso piccoli segni. Occorre prendere posizione. Sto attento, mi sforzo di dominare questa specie di incendio che avvolge i minuti e le forze della vita. Ho cessato ogni tipo di attività mondana. Non vedo nessuno, mi nego a tutti, e questo crea una diga implacabile contro le visite. Ignoro tutto ciò che mi rumoreggia intorno. Silenzio“
#IlGrandeMe di #AnnaGiurickovicDato pubblicato da #IlGrandeMe di #AnnaGiurickovicDato pubblicato da #FaziEditore è il racconto duro e doloroso degli ultimi mesi di vita di un uomo e di come i suoi figli si trovino davanti al dolore, alla fragilità e alla memoria.
Per Carla e i suoi fratelli l'agonia del padre è essere messi davanti al rimpianto del tempo passato, a un grande segreto e all'evidenza del disfacimento del corpo e piano piano anche dello spirito
#librerianuovaavventura #marinadicarrara #nuoveuscite
A due anni non si parla, il tovagliolo non parla, A due anni non si parla, il tovagliolo non parla, quindi ha due anni. Questa è la verità più importante che ho appreso nel 2020, e me l’ha insegnata mia nipote. Saluto il vecchio e il nuovo con lo stesso amore per la verità, purché non dica mai il vero. È, poi, questo il motivo per cui ogni tanto scrivo. 🎈
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